Qualche soffio di disappunto si è percepito alla pubblicazione della data del raggruppamento di domenica 29 ottobre: Piacenza.
“Fin là?”.
E giù a ricordare quanto bello sia incontrare squadre nuove, esplorare posti mai visti e soprattutto affrontare il viaggio tutti assieme.
“Uff, bisogna alzarsi presto anche la domenica mattina però …” è sì, ma il rugby è sacrificio e allora rendiamolo un po’ più lieve.
Ore 7.15 appuntamento al parcheggio del centro sportivo “La Dozza” dove manco il barista si è presentato, lasciandoci persino senza caffè.
Pazienza.
Pullman da 50 posti prenotato, tutti sopra e quelli che restano in auto. Si parte col solito schieramento: genitori massicci e con facce esperte avanti e i minirugbisti leggeri nella posizione da tre quarti seduti in fondo.
Sonnecchio e smartphone.
Il nostro Team Manager Omissis decide di attivare il processo pedagogico di costruzione del vero rugbista e insegna ai più ceffi dell’ultima fila come mostrare le terga dal finestrino, trovando l’apprezzamento di un paio di automobilisti e la contestuale disperazione dell’autista.
Va così!
Sosta obbligata al “Motta Grill” (eh sì, viaggio vintage è stato) per onorare il Movember ed il caffè mancato, con caccia dei minirugbisti tra bagno e scaffali zeppi di dolciumi e giocattoli.
Si riparte con l’appello: numero dei bambini confermato, quello degli adulti no (ma tant’è, loro si sanno arrangiare).
L’arrivo a Piacenza in ritardo sui tempi previsti costa la frettolosa preparazione sia delle squadre che del classico Gazebo atto al ristoro. Ad accoglierci, un vento tanto gelido quanto imprevisto.
Non si fa tempo ad apprezzare la produzione di vettovaglie da parte delle famiglie che all’orizzonte si intravedono avvicinarsi due figure: Orazio e Marina. I gran cerimonieri del terzo tempo. Non ci saranno parole di circostanza per tutta la giornata, tranne che invitarli a tornare presto.
Spuntano formaggi, salsiccia, salame, coppa e mortadella. Daniele e il nostro veterinario Filippo (si sa quale sia l’assistenza sanitaria degna dei rugbisti) effettuano un attento e prolungato “controllo qualità” certificando che quanto rimasto è mangiabile.
Tuttavia, alla prima difficoltà emerge quale sia il carattere di chi segue o pratica questo sport:
“Abbiamo poco vino!”
Il supermercato davanti al campo o la club house del Piacenza? Ovvia la scelta, rapida la soluzione.
E mentre la festa prosegue cambia pure prepotentemente la temperatura, si spazzola il gazebo, un paio di birre, e ci si rimette in viaggio verso casa.
Una giornata faticosa ma divertente ; in fondo, il pullman ha sempre il suo fascino!
Ah, dimenticavo … la giornata di gioco …
Beh … ne abbiam vinte e ne abbiam perse, ma come al solito ce la siamo goduta alla grande!
Questo è il Minirugby!
Fonte: Daniele Perin