Il 1928 e la Reno fanno fronte comune sotto le Due Torri.
Dall’unione delle due storiche realtà cittadine nasce Bologna Rugby, una grande famiglia ovale che rappresenterà la città sui campi di tutta Italia.
Da una parte il rossoblù del 1928, dall’altra il gialloblù della Reno.
No, non stiamo parlando del derby ovale cittadino (la mitologica “Mortadella Cup”, che purtroppo non si è giocata nel corso degli ultimi anni), ma dell’incredibile unione d’intenti proprio tra le due società felsinee che si fonderanno per formare il Bologna Rugby. Un club di proporzioni davvero considerevoli, che potrà contare su oltre 600 tesserati, ben 18 squadre che copriranno tutte le categorie dal minirugby alla seniores e dozzine di tecnici, accompagnatori e team manager.
ENTUSIASMO. Molto soddisfatto il presidente del 1928 Francesco Paolini, che ha commentato il progetto in maniera assolutamente positiva. «Il rugby è sostegno e mai come in questo periodo è necessario unire le forze per far crescere ulteriormente lo sport in città. Non si tratta di stipulare un semplice accordo fra club, ma di dar vita a un’unica entità che ragionerà in maniera condivisa su risorse e progetti, crescendo dal punto di vista sportivo e organizzativo.
La costituzione della nuova società sarà un elemento fondamentale anche per l’approvazione del Project Financing che riguarda la ristrutturazione dello stadio Bonori e del quale il Bologna è promotore». Dello stesso avviso anche il numero uno della Reno, Raffaele Capone.
«L’unione con i cugini è una grande occasione per allargare la base dei praticanti e per dare un futuro di alto profilo ai giocatori più forti.
La nostra dote sarà rappresentata dai settori giovanili, che al momento sono tra i più importanti dell’intera regione. Sono certo che gli atleti trarranno grande beneficio da questa nuova realtà, che fungerà da collante per un prospero futuro comune».
Si dice molto contento della nuova avventura, infine, anche l’assessore allo Sport del Comune di Bologna Matteo Lepore, che ha così analizzato la nuova avventura: «Guardo con soddisfazione alla neonata unione, perché si tratta dell’opportunità di dar vita a un polo rugbistico fondamentale per sviluppare il potenziale educativo di questo sport tra i più giovani.
Del resto, lo scorso anno abbiamo sottoscritto con la Federazione un impegno per trasformare il Centro Sportivo Bonori nel Centro Giovanile d’Eccellenza. La realizzazione di tale progetto sarà un beneficio per tutta la città e il naturale continuo di quanto è stato fatto negli anni dalle due società nel quartiere Navile e in quello della Barca».
STADIO BONORI. La casa della nuova società sarà l’attuale dimora del Bologna 1928, cioè il Centro Sportivo intitolato a Pier Paolo Bonori ubicato in via Romita, nei pressi del Parco Nord. Ovviamente non sarà abbandonato del tutto quello che c’è alla Barca, così come tutti i campi periferici presenti nei vari comuni limitrofi di San Lazzaro, Castelmaggiore, Valsamoggia e Casalecchio. In totale saranno circa trenta le scuole primarie e secondarie e ben otto i centri sportivi interessati, con il chiaro intento di avere una presenza sempre più capillare sul territorio. Per quanto riguarderà gli sponsor, invece, si deciderà di comune accordo prima dell’inizio della stagione.
BLASONE. La fusione fra i due club comporterà inevitabilmente anche l’amalgama di due storiche tradizioni.
Una faccia della medaglia è rappresentata dal 1928, che porterà con sé un mito quasi secolare (la più antica tessera d’affiliazione alla Federazione), diversi campionati in massima serie e una campagna europea agli inizi degli Anni 2000, quando sfidò squadre di prestigio internazionale come Bordeaux e i Saracens, riuscendo persino a spuntarla contro la Dinamo Bucarest per 33 a 10 all’Arcoveggio.
Senza dimenticare la stella d’oro al merito sportivo ricevuta nel 2016 e il tutoraggio del Giallo Dozza, la formazione interamente composta dai detenuti del carcere bolognese che milita in Serie C2. L’altro lato è rappresentato dalla Reno, attualmente in C1, ma con un recente passato in Serie B e soprattutto una filiera di talenti pronti a esplodere. Come testimoniano le diverse convocazioni in Nazionale Under 20 da parte di Mihai Popescu, fiore all’occhiello dei settori giovanili gialloblù.
Andrea Nervuti