Dalla Serie A in giù, tutto il mondo della palla ovale è praticamente fermo dall’inizio del 2020 e per l’ennesima volta tenterà la ripartenza.
Un anno intero vissuto a sedere. Un “sin bin” (un cartellino giallo, rugbisticamente parlando) lungo oltre 12 mesi.
Una chiusura severa ma inevitabile, per un mondo che vive di contatto e inclusione, di rigida disciplina e goliardia post partita.
Dei ruvidi placcaggi nel fango e dei fiumi di birra durante il Terzo Tempo, però, è rimasto solo uno sbiadito ricordo relativo al febbraio del 2020 e poco altro.
Certo, la Nazionale ha giocato (e mal figurato) al 6 Nazioni, Zebre e Treviso sgomitato nel PRO 14, ma la base è rimasta praticamente inchiodata sul divano, costretta a guardare tutto dalla televisione.
Nel frattempo, a bocce ferme, il cambio alla guida della Federazione e, parlando di cose più attinenti alla nostra città, la notizia bomba dell’unione tra il Bologna 1928 e la Reno Rugby. Ecco allora che per fare luce sul momento che stanno vivendo i due maggiori club ovali del territorio, abbiamo contattato Francesco Paolini, copresidente del “neonato” Bologna Rugby, e Stefano Raffin, direttore tecnico dell’Imola Rugby.
BOLOGNA RUGBY.
«La buona notizia riguarda la ripartenza con la possibilità di entrare a contatto, un provvedimento valido dall’Under 14 fino alla prima squadra e che ci riporta verso un sentiero di normalità. Per il minirugby, invece, rimangono in vigore le precedenti normative» chiarisce il dirigente rossoblù. «Ovviamente stiamo ricominciando gradualmente, per arrivare a pieno regime verso la fine di maggio, quando sarà possibile disputare i tornei amichevoli. C’è molto entusiasmo, ma dobbiamo essere cauti. Inoltre, insieme a Raffaele entusiasta Capone della Reno, stiamo lavorando per cominciare con gli allenamenti congiunti, che si divideranno equamente tra il centro sportivo Barca e il Bonori. Nel prossimo periodo, infine, proporremo alla Federazione un piano per organizzare il classico Memorial Bonori, il torneo di rugby Seven, che storicamente si gioca a Bologna e che per ovvi motivi l’anno scorso è saltato. Chiaramente si tratterebbe di un format diverso dal solito, senza la presenza di formazioni estere, ma rappresenterebbe comunque un segnale importante per tutto il movimento».
IMOLA.
Qualcosa si muove anche al di là del fiume Santerno, dove l’Imola Rugby ha ripreso gli allenamenti senza però aver ancora stabilito se aderirà o meno ai tornei estivi preannunciati dalla Federazione. «Al momento non ci sono enormi novità, a parte la possibilità di riprendere i contatti durante gli allenamenti » ha commentato Stefano Raffin, direttore dell’area tecnica romagnola. «Ci tengo a sottolineare che, per garantire ulteriori sicurezze, la società ha deciso di continuare con la procedura relativa ai tamponi settimanali per tutte le categorie. C’è tantissima voglia di tornare al campo e la speranza è quella di proseguire sulla giusta via senza dover fare ulteriori passi indietro.
Per quanto riguarda la fase “facoltativa”, stiamo ancora valutando se aderire oppure no e nel mentre attenderemo i risultati delle elezioni dei comitati regionali, per capire quali saranno i nostri riferimenti nel prossimo quadriennio».
Andrea Nervuti